Achille Campanile
Con la collaborazione della Prof.ssa Gianfranca Privitera
ACHILLE CAMPANILE - al Mamiani di Roma ( Foto e testo dal sito www.campanile.it )
Campanile, incominciò giovanissimo a scrivere. Per lui era un bisogno, una necessità. “A scuola, al liceo Mamiani di Roma, dove i miei genitori mi avevano mandato con la speranza che facessi una buona riuscita, ero bravissimo in italiano, ma i miei componimenti erano tutti improntati alla massima tristezza. io per natura ero malinconico. Lo sono sempre. Malinconico e timido”.
“Ricordo che in prima liceo il mio professore si rammaricava perché i miei temi erano "monocordi", tutti uguali tristi e pedanti... Io leggevo i duecenteschi, studiavo Dante, e non badavo troppo ai loro giudizi. Però un giorno ho cominciato a pensare che forse avevano ragione i professori e, punto sul vivo da queste osservazioni, incominciai a scrivere in modo diverso, brillante. Erano composizioni "a sorpresa" che ebbero enorme successo fra i compagni. Prendevo un tema qualsiasi, lo rovesciavo, e ne tiravo fuori storie assurde. Questo facevo, allora come adesso, seguendo i miei umori, gli umori di Aristotile... Il successo maggiore l’ebbi con un tema dedicato al due novembre: ridevano a crepapelle, tutti. Mai una giornata era stata più allegra di quella. E nessuno mi disse blasfemo, quasi si sentissero sollevati”.